Ti sei mai sentito catturare in una relazione che ti ha sottratto la tua identità?
Una connessione affettiva che ti lascia vuoto, costantemente in colpa e insignificante agli occhi del tuo partner?
Se ti ritrovi in questo scenario, è importante sapere che potresti essere vittima di un tipo di abuso psicologico.
Le dinamiche dell’abuso emotivo sono complesse e possono minare profondamente la tua salute mentale e il tuo benessere.
In questo articolo, esploreremo le sfumature dell’abuso psicologico, concentrandoci su tre tipologie di soggetti abusanti: il Narcisista, il Sociopatico e lo Psicopatico.
Questi individui manipolano le relazioni per alimentare il loro ego e ottenere potere sulle persone intorno a loro.
Potresti chiederti: “Ma se sono soggetti patologici, non dovremmo comprenderli e compatirli?”
La realtà è che, pur avendo caratteristiche patologiche, non è responsabilità nostra giustificare o accettare il loro comportamento dannoso.
Essenziale è riconoscere che questi individui non provano empatia o sensi di colpa per il danno che infliggono. Possono mimetizzarsi nell’ambiente quotidiano, nascondendosi dietro ruoli familiari o relazionali.
Identificarli è fondamentale per proteggere la tua salute mentale e fisica.
Per comprendere meglio queste dinamiche, esploriamo in modo semplificato le differenze tra le personalità che vertono sul polo maligno del narcisismo. Questi individui, a differenza di chi presenta tratti narcisistici meno intensi, sono capaci di riconoscere le emozioni altrui, ma utilizzano l’empatia a scopi manipolativi. Piuttosto che connettersi emotivamente, sfruttano le vulnerabilità degli altri per ottenere vantaggi personali, spesso in modo calcolato e distruttivo. Questo li rende particolarmente pericolosi nelle relazioni, poiché si muovono con freddezza e strategia, creando cicli di abuso e controllo.
Ecco alcuni esempi:
Un narcisista ti rimproverà per un tuo errore, che sia anche non aver risposto come voleva, e ti incolperà a lungo per come tu ti sei approcciato a lui/lei, magari rinfacciandotelo ogni volta che ne abbia l’occasione.
Un sociopatico ti rimproverà per un tuo errore, che sia anche non aver risposto come voleva, e ti incolperà a lungo per come tu ti sei approcciato a lui/lei, magari rinfacciandotelo ogni volta che ne abbia l’occasione. Ma lo farà ogni volta con un sorriso compiaciuto e divertendosi nell’osservare il disordine che ti sta arrecando.
Uno psicopatico non ti rimproverà per un tuo errore, ma si assicurerà che tu possa patire le pene dell’inferno, per farti il danno peggiore e darti la lezione che ti meriti.
Pura crudeltà, non trovi?
Si purtroppo lo è, e tu non puoi farci nulla. Anzi si, puoi imparare da chi devi stare alla larga e da chi devi stare attento/a. Loro non vogliono il tuo bene, ma vogliono farti soffrire.
Ricordi cosa ho detto all’inizio? Si nutrono delle tue sofferenze, sono per loro fonte di energia e nutrimento primario e gli danno potere.
Sono dei veri e propri attori/attrici, manipolano la tua mente per giungere al loro fine e lo faranno sempre seguendo questa modalità: Prima ti idealizzano, ti racconteranno che tu sei la loro ancora di salvezza, il loro tutto e che senza di te non potrebbero vivere, fare e valere nulla.
Poi una volta creato il legame di dipendenza con te passeranno all’attacco.
Come? Iniziando con la svalutazione, facendoti credere quindi che ora sei tu a non valere nulla senza di loro.
Passeranno quindi a sradicare dall’interno tutte le tue qualità positive, quelle stesse qualità e forze che li hanno attratti all’inizio, al fine di renderti un soggetto vulnerabile, dipendente e privo di nulla.
Incapace anche di prendere delle semplici decisioni, senza il loro consenso.
E inizieranno allora a lamentarsi delle tue caratteristiche, per esempio, che in fondo non sei poi cosi tanto forte come pensavi, ribaltando lo scenario e facendoti credere che sei tu la persona debole di cui si vergognano.
Ma non è finita qui.
La fase finale consiste nel completo rifiuto.
Questa è fase che lacera non solo interiormente, ma anche esteriormente te stesso/a.
E’ proprio in questa fase che non ti sentirai solo privato/a del rapporto, ma anche privato/a di una tua personalità.
Il tuo corpo ne mostrerà i segni e cosi anche la tua vita in tutti gli ambiti significativi come la casa, il lavoro, le relazioni, ne subirà le conseguenze nocive.
Si arriva cosi alla rottura, ma che non dura purtroppo per sempre se il filo che vi tiene uniti non sei TU a spezzarlo.
Lui/lei purtroppo rientreranno nella tua vita per iniziare le fasi che sopra ti ho esposto e lo faranno sempre con lo stesso schema e fine ultimo: prendere nutrimento e potere da te.
Distinguere una relazione sana da una malata dipende dalla presenza di fiducia, onestà e rispetto reciproco. Se questi elementi mancano, potresti trovarti in una situazione dannosa.
Se ti ritrovi in una relazione malata, ricorda che il lavoro terapeutico verso lo scioglimento del legame richiede tempo e impegno. È un viaggio attraverso fasi difficili, ma chiedere aiuto è un passo importante verso la guarigione.
Una domanda che ora potrai porti è: ma se mi trovo invece a vivere già con persone di questo tipo, cosa dovrei fare?
Domanda del tutto legittima e anzi, il semplice fatto che ti sei posto/a questa domanda è un punto di inizio verso la guarigione.
Sei pronto a iniziare il tuo viaggio verso la guarigione?
Ricorda, il primo passo verso un futuro più sereno è chiedere aiuto, e tu hai già iniziato questo lavoro con una consapevolezza che può trasformare la tua vita.
Innanzitutto ti consiglio la lettura di questi due testi che affrontano proprio tale tematica:
Shannon, T. (2016). Guarire dall’abuso nascosto. Eternity Srl.
MacKenzie, J. (2016). Questo amore fa male. Come salvarsi dalle relazioni distruttive e tornare a vivere. Giunti Editore.
Non sono sostituti alla terapia individuale, ma hanno solo carattere educativo e informativo.
Un pò come l’estratto della mia rubrica.
Se necessiti di un aiuto urgente, contatta specialisti esperti nell’abuso psicologico.
La tua salute psicologica è un dovere, non solo un diritto.
Ricorda che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza, vergogna o colpa!
Dott.ssa Chiara Filipponi